Rassegna

"Le livre du vendeur de livres" da Babelmed
"A la fin de son livre, dans un chapitre sur Lecce, où il s’est fait un nom, Amadou le vendeur de livres évoque les interviews et les articles toujours plus nombreux consacrés à son histoire. Voilà : un papier de plus sur ce Sénégalais libraire à ciel ouvert devenu écrivain, installé dans le Salento."

"Il bambino dalle mani pulite" da Salento in Linea
"L’efficiente slogan scelto da Papa Ngady Faye e da sua moglie Antonella Colletta, pionieri di un nuovo tipo di editoria italiana che fonda le basi sulla vastità della tradizione orale del popolo africano colto e lungimirante, coglie in pieno il senso della conoscenza che dovrebbe essere estraniata dai contesti aristocratici e divulgata fra le strade anzichè nelle location lussuose dove spesso accedono coloro che vorrebbero trasformare la cultura in un business."


"Modu Modu Afrikanische Literatur in Italien" da Literatur Nachritchen




E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anim
Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista "Présence Africaine", distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor “L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le proprie radici.Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista "Présence Africaine", distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor “L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le proprie radici.
E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anima…”.
E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anima…”.Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista "Présence Africaine", distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor “L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le proprie radici.
E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anima
"Poemi dalla Negritudine" da Città Futura
"Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista "Présence Africaine", distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor “L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le proprie radici.


E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anima…” [...]"

"Il venditore di libri" da PugliaIn
"Di sicuro non li vedremo più con gli stessi occhi, quando ci fermeranno garbati e sorridenti all'uscita di qualche libreria cittadina. La storia di uno di questi figli d'Africa, un senegalese, arrivato in Italia come Modu Modu, un lavoratore che vive e si sfianca per mandare i soldi a casa [...]"


"Mariama Bà – Amica mia (Modu Modu Edizioni)" da Suoni del silenzio
"V’è un patrimonio dunque da reinventare alla morte della fiducia umana, che si celebra con ripercussioni ereditarie e per spostamenti minimi, ingestibili per buona sostanza, cercando di mantenere delle altezze di veduta con lo spessore storico dell’Africa nera, e ripartire amorevolmente da un domani [...]"


"Modu Modu" : Littérature africaine en Italie" da africultures
""Modu modu" désigne au Sénégal ceux qui partent chercher du travail à l'étranger pour gérer leurs familles restées au pays. Et tout le monde est "famille" : les parents, bien sûr, les femmes ou les maris restés là-bas (car le phénomène de l'émigration concerne de plus en plus les femmes), les frères, mais aussi les amis, les amis des amis [...]"



"Il bambino con le mani pulite" da Fondazione Terra d'Otranto
"Quando nasce cultura è un momento di felicità, se poi è salentina deve essere anche orgoglio, e se aggiungiamo accoglienza, multietnia e fusione di sentimenti, allora il mix è perfetto.
“Io mi sento salentino, Il Salento nero” mi dice Papa Ngady Faye, che noi chiameremo  Amadou come tutti quelli che conoscono quel senegalese nero come la notte, alto, elegante, sempre sorridente, con i libri che vende sotto il braccio. Ora poi che oltre la vendita è sua anche la produzione e  la casa editrice, l’orgoglio e la sensazione di potercela fare rendono ancora più luminoso quel sorriso [...]"


da L'ISOLA MAI TROVATA - IL BLOG DI GIANNI
"Così ci lasciamo, lui con il successo del suo primo libro che lo porta ancora in giro per l’Italia, prossimo appuntamento a Roma in una scuola, ed io con “Il bambino con le mani pulite” sotto braccio. E’ un libro veramente bello, illustrato magnificamente da Marta Solazzo e i suoi brevi capitoli alternati fra le “Confabulazioni” di Amadou e Antonella e i racconti di Ndaak. Se ne parlerà ancora. Inizia così, con un “Buon giorno ai lettori” che dice  : “…Mia  moglie Antonella ed io abbiamo cercato di immaginarvi tutti, uno per uno, sia che siate bambini, adolescenti o adulti di ogni età… Conosciamo tanti adulti ancora bambini e, pensandoci bene, anche qualche eterno adolescente… Sono quelli capaci di camminare con leggerezza e guardare il mondo con uno sguardo sempre nuovo, capaci, qualche volta, di fare scelte ardite. E che non perdono mai la fiducia nel domani…”.
Farà lunghi percorsi il lavoro di questo salentino nero… “Inshallah” mi direbbe Amadou [...]"

da PUGLIAIN.NET
"Di sicuro non li vedremo più con gli stessi occhi, quando ci fermeranno garbati e sorridenti all'uscita di qualche libreria cittadina. La storia di uno di questi figli d'Africa, un senegalese, arrivato in Italia come Modu Modu, un lavoratore che vive e si sfianca per mandare i soldi a casa [...]"


da MARCONICOLLEFERRO.IT



"Una giornata memorabile per la nostra scuola si è conclusa. Una giornata dedicata alla cultura, alla spiritualità, alla gioia, alla fratellanza, al futuro. E tutto in appena due ore.
La ricetta per un piatto così condito è venuta un po’ per caso, un po’ per la disponibilità di Amadou, un po’ per la tenacia degli insegnanti che hanno ben chiaro davanti l’obiettivo da raggiungere, un po’ per il supporto da parte di chi in questi progetti ci crede.
Amadou si è presentato a me qualche mese fa con quella semplicità che i ragazzi del torneo hanno potuto vedere con i loro stessi occhi; con quell’umiltà che può avere solo chi viene da esperienze dure e allo stesso tempo generose; con quella positività che può trasmettere agli altri solo chi ha un animo grande e profondo, trasmettendo per contagio ottimismo e fiducia nel prossimo [...]"

da SalentoinLinea.it


“Il modo migliore per far conoscere la cultura è farla ambulare” è il motto della neonata casa editrice “ModuModu”, termine che richiama i senegalesi viaggiatori nel mondo in cerca di fortuna da condividere poi con i familiari che li attendono nell’amata terra d’origine [...]"

da ilPAESEnuovo.it - Pagina 4 : Chi è l'uomo di colore?

Négritude, negritudine, il termine venne usato per la prima volta da Aimé Césaire nel terzo numero della rivista L’Etudiant noir. Negritudine come rivendicazione della cultura negra a fronte di quella dominante e colonizzatrice dei francesi. Erano gli anni ’30 delsecolo scorso. “Tre ragazzi in abiti chiari,

passeggiano lungo il boulevard Sain Michel, in direzione dei giardini del Lussemburgo. Sisono incontrati nel piazzale del liceo Louisle Grand, il più prestigioso, il più severo. Robespierre studiò lì…”. Inizia cosìla prefazione del libro Poemi della negritudine, edito dalla salentina casa editrice Modu Modu. I tre ragazzi sono Léopold Sédar Senghor, Aimé e Léon-Gontrand [...]

"Amica mia" da liceoaristosseno- Pagina 5: Un'ode alla donna e alla sua forza.

Nel libro le due protagoniste sono entrambe due donne senegalesi alle prese con la poligamia: Ramatoulaye sposata con Modou,il quale la abbandona per sposare 
un’altra ragazza; la sua amica Aissatou, destinataria delle lettere, attraversa una 
situazione simile, anche se… [...]
Mariama si impone fin da subito come pensatrice interculturale. Ed è per questo che la casa editrice emergente di Lecce Modu Modu , ha deciso dopo molti anni e dopo la morte dell’autrice, di pubblicare questo libro tradotto in modo impeccabile da Antonella Colletta [...] 

da www.salentoinlinea.it - "Il bambino con le mani pulite".

L'efficiente slogan scelto da Papa Ngady Faye e da sua moglie Antonella Colletta, pionieri di un nuovo tipo di editoria italiana che fonda le basi sulla vastità della tradizione orale del popolo africano colto e lungimirante, coglie in pienoil senso della conoscenza che dovrebbe essere estraniata dai contesti aristocratici e divulgata fra le strade [...]     

da  www.zerottonove.it -  "Se Dio vuole. Il venditore di libri, autobiografia di Papa Ngady Faye".

La gente, per lo più, incasella il mondo in griglie precostituite e sono proprio queste l'ostacolo più grande alla conoscenza reciproca. Contro il razzismo si può facilmente lottare, perché tutti s'indignano di fronte a un atto apertamente razzista, ma contro i pregiudizi sedimentati e socialmente condivisi, contro le fantasie e le paure inconsce, beh, diventa una battaglia persa in partenza [...]

da  www.romacapitalemagazine.it - "Alla riscoperta della Negritudine".

Questi studenti, che si chiamano Senghor, Césaire e Damas, erano costretti ad apprendere da un tempo pregiudizievole, senza stancarsi però di lottare per un occidente multietnico, attraendo con parole che rispettano l’inestimabile respiro umano tra esseri e averi da fondere, e non da confondere, per dare il là ai principi dell’uguaglianza, di un’entità che comunque va aggiornata costantemente.

da www.quisalento.it - "Il Bambino con le mani pulite. Le belle storie di Antonella e Amadù".

Solo in Africa, solo a certe latitudini, può esistere un "principe della parola", un griot. Non un cantastorie alla maniera occidentale, che possiede comunque il suo fascino ma non di certo la regalità e la profonda deferenza da parte degli uomini che incontra sul suo cammino. "Il bambino con le mani pulite" è un libro di fiabe e racconti dal Senegal "confabulati" nel Salento che raccoglie perle di saggezza antica donate dal griot Babakar Mbaye Ndaak a Papa Ngady Faye (in Italia chiamato Amadù) e Antonella Colletta, anche fondatori della casa editrice Modu Modu, proprio con questo primo volume.

da infeltrita.blogspot.it -  "Amica mia – Mariama Bâ recensione".

Il lettore invidia e ammira la forza di queste due donne e ne ricava fiducia e speranza.Il messaggio che l’autrice ci consegna è che, di fronte all’inevitabile sofferenza che la vita prima o poi ci riserva, l’uomo deve armarsi di volontà, irrobustirsi per arginare la disperazione e ridimensionarla. Alla fine della lunga lettera, insieme a Ramatoulaye, siamo pronti a rivedere il sole, la città, la bellezza multiforme della vita, a seguire i suoi figli nel loro prodigioso crescere e farsi uomini e donne forti, a riabbracciare un’amica, a rimetterci in cammino senza tentennamenti e soprattutto senza compromessi.    


da infeltrita.blogspot.it -"MODU MODU. Libri in cammino".

[...] i libri di MODU MODU, una casa editrice "itinerante", che nasce con l'intento di diffondere in Italia la narrativa, la poesia, le favole, la gastronomia, la cultura africana nel suo complesso, generalmente note solo agli specialisti. 
Ciò che mi colpisce di Modu Modu è che la vendita delle sue opere non segue i circuiti ufficiali di distribuzione, ma si affida a venditori ambulanti, ben preparati, che portano i volumetti in giro per le strade cittadine o per le spiagge, come fossero ambasciatori della loro cultura. Libri di strada, potremmo dire, o libri di spiaggia. Sento, però, che queste etichette non sono giuste, perché Modu Modu propone piuttosto....libri in cammino!

da IL CITTADINO DI LODI - 12/04/2015 - "Sis.Lav, essere mogli in Africa".

[...] Una storia di mistero certamente, My wife, ma anche intrisa di spiritualità, quella spiritualità senza frontiere che coinvolge la musica, il rispetto, la meditazione. E una storia d'amore.
https://www.facebook.com/modumoduedi/photos/a.616649915015790.1073741825.574185282595587/1041975545816556/?type=1&theater

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